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PROVINCIA DI PESCARA
Sei qui: Home Conosci la Provincia La Figlia di Jorio
La figlia di Jorio

La grande tela raffigurante «La Figlia di Jorio» di metri 5,50 per metri 2,80 è una delle più importanti opere pittoriche dell'artista Francesco Paolo Michetti, realizzata nel 1895 e nello stesso anno esposta alla Biennale di Venezia; la famosa tragedia pastorale di Gabriele D'Annunzio con lo stesso titolo vide la luce nove anni dopo, nel 1904.
Stesso tema quindi trattato dai due artisti che insieme rimasero fortemente impressionati e turbati da una scena che si presentò loro nella piazzetta di Tocco da Casauria (paese natìo di Francesco Paolo Michetti): quella di una donna urlante, scarmigliata, giovane e formosa inseguita da una folla di mietitori ubriachi e provati dal sole.

Infatti, se diverse erano state le ambientazioni e i paesaggi che fecero da sfondo ai vari studi e bozzetti eseguiti prima di giungere all'idea finale della presente opera michettiana, unico era sempre stato il tema: una giovane, bella e formosa, nascosta in un ampio scialle, che passa rapidamente davanti a gruppi di persone disposte in modi diversi, che si fermano a guardarla con espressioni contrastanti di ammirazione, di desiderio, di compassione e di scherno.

Al tempo della realizzazione l'opera presentava una colorazione fresca, delicata, con forti contrasti chiaroscurali e con calde tonalità che purtroppo ora ha perduto: i contorni, le ombre, fusi con i rilievi, sono quasi evanescenti.

Resta però valida l'intelaiatura dell'opera nella sua costruzione scenica, nell'espressione dei personaggi ancora evidente in tutto l'insieme pittorico.

La nota predominante del quadro resta la figura della donna che attira subito l'attenzione; l'artista ha voluto coprirla con un ampio manto rosso vermiglio, che ben si fonde con la veste della stessa intonazione cromatica riuscendo a creare un'armonica fusione di un'unica e viva tonalità.

Pennellate di bianco mettono in luce ed in risalto il petto, sorretto da due sostegni che si incrociano e la sottana di candido lino sporgente dalla lunga veste. Pesanti calze nere nascondono le gambe creando un equilibrio tonale con le sopraccalze di lana bianca che danno evidenza e risalto ai semplici calzari, molto in uso tra le genti di campagna; le stringhe delle «chiochie» si allacciano, si avvolgono e si incrociano intorno alle caviglie modellate.

Le poche linee del volto dal profilo semplice e perfetto e dalla bocca appena schiusa fanno intravedere la singolare bellezza della donna; orecchini in pesante oro, a cerchio, completano l'incorniciatura del volto.



Ultimo aggiornamento ( Giovedì 13 Dicembre 2012 10:55 )