L'olio e il vino sono i prodotti eccellenti della provincia di Pescara, ambedue "incoronati" con ripetuti premi nazionali e internazionali.
L'olio ha il riconoscimento dall'Unione Europea di denominazione di origine protetta (dop) di "Aprutino Pescarese", e il vino ha la denominazione di origine controllata (doc) per il trebbiano asciutto e delicato e per il montepulciano corposo e fruttato.
Non sono da meno i fichi secchi della Val Pescara (a Turrivalignani si chiamano "libretti" per la particolare forma), il pecorino di Farindola (particolarmente digeribile per il tipo di caglio usato), il saporito pecorino di Caramanico, le mozzarelle e il pane di Sant'Eufemia a Majella, i liquori (famosi nel mondo) come la Centerbe di Tocco da Casauria e l'Aurum di Pescara, i fagioli tondini bianchi di Loreto Aprutino, le cipolle di Cappelle sul Tavo (c'è anche una contrada che si chiama Cipollara), le salsicce sott'olio di Cepagatti.
Molto interessanti sempre per la qualità sono alcune micro realtà produttive come il miele, le verdure sottolio, i fiori e le piante da vivaio.
Troviamo quindi il pesce sul mare e l‘agnello in montagna, i fagioli e le verdure in collina, mentre la pasta fatta a mano, bianca o all'uovo, è ovunque. La sapienza della cucina non dimentica l'eleganza dei colori della natura e nel brodetto troviamo il verde del peperone, il rosso del pomodoro e l'argento dei pesci, il giallo intenso dei maccheroni alla chitarra che sposa il rosso del pomodoro e l'avorio del pecorino.
La prevalenza di carni e formaggi ovini in montagna sono il contraltare alle verdure e alla carne di maiale delle vallate e delle piane.
"Lu cif e ciaf", tocchi di guanciale di maiale cotti con abbondanti spicchi "vestiti" d'aglio (con la buccia), tanto rosmarino e qualche pezzo di peperone secco dolce, è solo uno dei piatti che accompagnano il rito della macellazione del maiale, occasione godereccia importante per festeggiare l'ultimo freddo dell'anno che può verificarsi da dicembre a febbraio.
Il peperoncino, che da studi severi risulta essere una fonte di vitamina C più concentrata dell'arancia, accompagna spessissimo i piatti della provincia pescarese.