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PROVINCIA DI PESCARA
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UPI RomaSi apre una settimana decisiva per le Province italiane, in vista della prossima approvazione del Decreto Enti Locali da parte del Governo centrale.
Per questo, oggi, i Presidenti di UPI delle Regioni a statuto ordinario (eccetto la Campania) si sono riunite nella sede dell’Unione Province d’Italia, per analizzare una possibile ripartizione dei tagli 2016 per ogni provincia italiana facente capo ad ognuna delle 14 regioni presenti.
Per l’Abruzzo c’era Antonio Di Marco, presidente UPI Abruzzo, che ha partecipato al tavolo di lavoro finalizzato ad individuare i criteri che potranno consentire al maggior numero di Province di chiudere i bilanci e di poter affrontare il cambiamento che le aspetta nel momento in cui si trasformeranno in Enti d’area vasta.
Il Decreto dovrebbe contenere l’eliminazione delle sanzioni per le Province che hanno sforato il Patto di stabilità 2015 e nel testo si definiranno appunto i criteri per ripartire i tagli e i contributi straordinari per strade e scuole che lo Stato ha disposto con la Legge di Stabilità 2016.
“Solidarietà e collaborazione - ha dichiarato Antonio Di Marco - sono state le parole guida per le politiche finanziarie delle attuali Province, futuri Enti d’area vasta. Ma anche il raccordo tra il livello nazionale e quello regionale diventa strategico per consentire una sopravvivenza dignitosa di tutte le Province, comprese quelle che hanno enormi problemi di bilancio. Per questo abbiamo concordato un contributo di solidarietà da parte di quelle che hanno le capacità finanziarie verso le Province che sono in difficoltà. Tutte devono poter chiudere i bilanci per assicurare i servizi ai cittadini: la nostra priorità rimane comunque questa”.
Nel corso del suo intervento Di Marco ha avanzato una proposta che è stata accolta e approvata dall’UPI: quella di sensibilizzare le regioni italiane per rendere edotti i Presidenti dei problemi che l’applicazione della riforma Delrio sta creando sui territori regionali.
“L’applicazione della L. 56 – spiega Di Marco - riguarda da vicino le Regioni, perché se le Province non riusciranno – per mancanza di fondi - a svolgere le funzioni che le competono, dovrà intervenire economicamente la Regione. Ma nello stesso tempo la Regione, a differenza delle attuali Province, potrebbero impugnare gli atti del Governo, laddove si verifichi l’impossibilità, con i tagli effettuati, di assicurare i servizi ai cittadini”.


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Ultimo aggiornamento ( Lunedì 20 Giugno 2016 06:35 )